mercoledì 15 febbraio 2012

...e adesso?

Cipollina

Da quando ho aderito all'appello Salviamo i ciclisti mi chiedo cosa si potrebbe fare per evitare una strage di persone che hanno la sola colpa di andare in bicicletta migliorando la qualità della vita anche di chi non ci va. E non ne vengo a capo. Non mi viene in mente nessuna idea rivoluzionaria, non che mi interessi passare alla storia, ma almeno una di quelle ideuzze simpatiche tanto carine quanto inutili. Al contrario mi sto sempre di più convincendo, e ammetto che ne ero già molto convinto, che quello che serve è un cambio di mentalità non tanto di leggi. Regole ce ne sono già tante il piccolo particolare è che non vengono rispettate. Torno adesso dalla pausa pranzo, in bici, e guardandomi intorno è tutto un brulicare di segnali stradali non rispettati, soste nei luoghi più assurdi, cinture non allacciate, conversazioni telefoniche disturbate dall'auto che pretende di essere guidata, pedoni che attraversano ovunque. Quante vite si salverebbero se solo si rispettassero le regole attuali? e che senso ha mettere ulteriori regole durissime per poi non rispettarle? Avete presente, e li ho visti anche oggi, quei limiti di velocità irrealistici tipo: 20 km/h? e tutta la segnaletica messa per una certa occasione e poi mai rimossa?
Aspettando l'idea risolutrice ho deciso di dare qualche colpo di pedale durante la pausa pranzo. Non lo farò sempre ma ogni tanto si. In fondo una persona in più in bici in città sarà pur sempre da stimolo per qualcuno. Come le brutte abitudini anche le buone inducono emulazione.

P.S. se mi dovessero arrotare sfruttate tranquillamente il mio caso per rinfocolare la campagna  Salviamo i ciclisti. Vi assicuro che non mi offenderò.

Iris e panzerotto alla crema bianca



3 commenti:

  1. qualche tempo fa anch'io andavo in bici al lavoro. mi sentivo tanto un fantasma a pedali anche se, diligentemente, segnalavo con il braccio teso le mie svolte a dx e a sx. dopo aver raccolto una serie infinita di improperi e una vagonata di gas di scarico, ho deciso che l'esperimento era giunto al termine. ora mi accontento di una cyclette casalinga. ma ora, spiegami il corredo fotografico del tuo post...cipollina, iris e panzerotto...che c'azzeccano con la salvezza dei ciclisti?

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    1. Beh se il povero ciclista non mangia è sfaticato e rischia di più. Storie di vita vissuta in un blog neorealista. Nella tua città ci sono stato qualche volta e mi è sembrata ben messa! la mia è un misto inferno variegato al manicomio.
      La cicletta a casa non fa per me, ho bisogno dell'aria aperta, non sopporto neanche l'idea di andare in palestra.

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  2. sai ho avuto un brivido.
    nel senso... mi spiego meglio.
    sai che chi ha causato il mio incidente è state due tizie con la bici?
    di quelle che girano con la bici e pensano che per il fatto che non ha la targa possono fare quello che vogliono. tipo, mettere fuori il braccio sinistro senza guardarsi alle spalle, per buttarsi immediatamente in mezzo alla careggiata e attraversare la strada in un punto dove nemmeno loro potrebbero.
    con uno scoooter che arrivava dietro e che per non prenderle in pieno ha dovuto frenare bruscamente e la sottoscritta a preso il volo. non paghe, le "signore" in questione se ne sono andate. incuranti di ciò che hanno causato, mi hanno lasciata per terra.

    sai, è vero che ci sono tanti automobilisti che guidano come capre. e sono d accordo che ci dovrebbero essere molte più piste ciclabili per permettere a chi si muove in bici di farlo in sicurezza.
    ma ci sono regole che nemmeno chi va in bici rispetta. tipo i divieti di accesso, e ti trovi il tizio con la bici contromano, il tipo in bici con il telefono e che va a zig zag, quello appunto che mette fuori il braccio e nemmeno guarda prima, quelli che corrono al lato della ciclabile stando in mezzo alla strada, quelli che girano vestiti di nero e senza luci di notte (ora non è obbligatorio il giacchino catarinfrangente?) e finché non li hai sul cofano non li vedi.
    ti giuro che anche se sono in auto a passare accanto ad uno in bici mi si stringe lo stomaco.
    il buonsenso ci vorrebbe comunque dovunque, qualsiasi cosa si guida, e la responsabilità civile dovrebbe essere patrimonio di chiunque qualsiasi sia il mezzo di locomozione.
    e scusami il pipolozzo, ma quelle due mi hanno lasciato il ricordo di tre mesi in sedia a rotelle.

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