giovedì 22 ottobre 2015

Lo stato dell'arte della medicina medioevale

Io ho  firmato


Se vivessimo in un paese normale (intendo dire normale secondo me) un ministro della salute che cura la prefazione di un libro favorevole all'omeopatia dovrebbe dimettersi. Non ho letto il testo, ma un libro che si intitola "Elogio dell'omeopatia" non lascia molti dubbi riguardo alla posizione assunta nei confronti di questa pratica pseudoscientifica.

Delle due l'una:
  • o il ministro non conosce cosa la scienza pensa di questa pratica e allora dovrebbe dimettersi per manifesta ignoranza dei temi di sua competenza
  • o il ministro conosce cosa la scienza pensa e dunque le dimissioni sarebbero dovute per un comportamento doloso nel non indirizzare i cittadini per i quali svolge il ruolo di ministro verso le migliori cure disponibili, sviandoli con pratiche degne della migliore medicina medioevale*.
Purtroppo, o per fortuna almeno di chi con questo commercio ci campa, non siamo in un paese siffatto e i preparati omeopatici sono distribuiti nelle farmacie e persino in alcuni ospedali. Il vero scandalo è questo.

Il ministro della salute si è quindi comportato coerentemente con quanto le leggi di questo Stato consentono. Se per assurdo dovesse "ritrattare" la prefazione all'elogio dell'omeopatia sarebbe come ammettere che lei, il suo governo e i precedenti non hanno curato gli interessi dei cittadini, ma hanno anteposto ad essi gli interessi di qualche migliaio di individui che vive lucrando sull'ingenuità delle persone. 

*Medioevale per modo di dire, nell'ottocento quando fu formulata la teoria dell'omeopatia era già palesemente inconsistente grazie ad Amedeo Avogadro.


aggiornamento

Ho letto la prefazione e confermo l'impressione iniziale: nel mio mondo ideale dovrebbe dimettersi.

Il ministro scrive:
Questa metodica di cura [l'omeopatia] vede ancora aperta la questione del suo riconoscimento.
e ancora
Quello che ci anima è la consapevolezza che si tratta di una questione di grande rilevanza sociale che può aprire a nuove opportunità di cura.
... e se questa è la prefazione...

martedì 20 ottobre 2015

Ieri "Lo ha detto la TV", oggi ...



Tratto da Wikipedia


Seguendo alcuni blog di divulgazione scientifica si ripresenta spesso il tema di come comunicare correttamente ad un pubblico non specializzato le nuove scoperte, spiegare risultati acquisiti da lungo tempo o sfatare i tanti miti e sciocchezze pseudoscientifiche che ostinatamente compaiono o si ripropongono. Non è facile e il rischio di essere inefficaci o peggio di stimolare una reazione opposta a quella che si vorrebbe generare, di curiosità nel conoscere la realtà scientifica delle cose, è molto concreto.

Un esempio di come si informa chi non è abituato a vagliare in modo critico le notizie l'ho avuto di recente. Seguendo gli sviluppi della vicenda cerotto fantastico TaoPatch ho trovato via Facebook la descrizione di una pratica pseudomedica che in qualche modo è considerata affine al cerotto stesso. Al termine della lunga descrizione viene indicata la fonte Wikipedia. Effettivamente è così. Il testo è tratto dalla famosa enciclopedia online con un semplice copia e incolla. Ci sono, sparsi nel testo, anche i numeri dei riferimenti alle note che non sono state copiate. Casualmente però mancano poche illuminanti righe nelle quali si avverte il lettore della totale infondatezza scientifica della pratica medica minuziosamente descritta. E' solo un racconto di fantasia e te lo sto dicendo chiaramente!

Si tratta di un ingenuo caso di cherry picking, talmente facile da smascherare da risultare comico. Quello che mi ha colpito è proprio la semplicità con la quale ci si può rendere conto che la tesi che si sta proponendo è falsa. Evidentemente chi ha citato così chiaramente la fonte è perfettamente conscio che il lettore tipo non cercherà di indagare neanche un po' sulla veridicità dell'informazione. La acquisirà come vera e documentata a prescindere, perché ben si inquadra nel contesto.

Similmente nello stesso profilo Facebook è indicato un articolo su un quotidiano nazionale di primaria importanza che accenna al cerotto ipertecnologico. E' chiaro che lo stesso lettore che non ha verificato la citazione di Wikipedia non baderà troppo a cosa c'è scritto in quell'articolo né indagherà per verificarne la veridicità. Che ne abbia parlato la Repubblica è di per se una legittimazione, una prova. Peccato che quel giornale sia scritto anche da quel genere di lettori.

Immagine tratta dal profilo Facebook TaoPatch


P.S. Avevo inserito il testo non copiato come commento su Facebook, ma dopo qualche minuto il commento è sparito. Sarà un caso?

Aggiornamento del  9 novembre
Non mi ero accorto di aver ricevuto su facebook questo argomentato messaggio in risposta al mio commento. Lo riporto fedelmente: