venerdì 16 dicembre 2011

Non parlate al navigatore



Recentemente sono stato a zonzo tra il lago Maggiore e il lago d'Orta. La situazione ideale per decidere di fare una breve deviazione e salire sul Mottarone. Impostato il navigatore ci affidiamo tranquillamente alle sue indicazioni. Ci imbattiamo così in una specie di casello autostradale. Non ricordavo che si pagasse il pedaggio per salire sul Mottarone. E' pur vero che i miei ricordi risalgono a talmente tanti anni indietro che tutto può essere cambiato. Immagino che nel frattempo qualche intraprendente amministratore locale abbia deciso di vendere il cucuzzolo per far fronte a qualche voragine nei conti pubblici. E invece no. Quella barriera delimitava il Parco del Mottarone, cosa ben diversa dalla cima del monte. Lo ammetto la cosa mi ha infastidito. Avrei apprezzato un bel cartello allo sbarramento che avesse avvertito che si stava entrando in un parco e che quella non era l'unica strada per salire in cima. Il colmo è stato che dopo qualche km la strada confluiva in una via pubblica, senza un ulteriore sbarramento. Strano modo di recintare un qualche terreno.
Lo spunto di riflessione maggiore è però nato dalla discussione con la mia compagna di viaggio. Ho notato una migliore predisposizione ad accettare balzelli quando questi vengono imposti da privati. E riflettendoci è un atteggiamento che avevo riscontrato anche in altri casi. Pagare 6,50 euro per qualche km di strada in pessimo stato di manutenzione rende al confronto la percorrenza, senza pedaggio, della Salerno - Reggio Calabria un'esperienza appagante. Degna di essere vissuta per solo piacere di farlo.

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