mercoledì 1 luglio 2015

Abracadabra II

Novità su La7. Emulando tradizioni consolidate, invece di diminuire, aumenta la diffusione degli oroscopi.

Prima di pubblicare il post precedente ho chiesto qualche parere a persone molto più esperte di me. Una delle risposte alla mia richiesta è stata accompagnata da un comprensibile stupore per il fatto che cercassi conferme alla evidente inconsistenza della sedicente rivoluzione tecnologica. Il motivo per cui mi sarebbe piaciuto avere il parere argomentato di un esperto risiede nel fatto che mi rendo conto di come nella vita di tutti i giorni non valgano le regole del metodo scientifico. Tutti noi, in misura ovviamente variabile, tendiamo a dare autorevolezza alle idee che ci vengono proposte anche in funzione dell'immagine autorevole o meno che abbiamo del nostro interlocutore. Questa "scorciatoia", utilizzata per decidere cosa è attendibile e cosa non lo è, risulta quasi obbligata nella vita comune. Se, sistematicamente, nel processo di valutazione di ciò di cui giunge notizia non dovessimo applicare questa semplificazione dovremmo validare nuovamente anche le affermazioni più banali. Inevitabilmente quando ci rivolgiamo ad un medico tentiamo di capire cosa ci somministra, ma principalmente ci affidiamo alla sua esperienza e ne riconosciamo l'autorevolezza.

Questo meccanismo, in misura variabile e spesso poco evidente, è a mio avviso generalizzato e sicuramente applicato alle varie fonti di informazione da cui attingiamo le notizie. La responsabilità dei media nell'accostare notizie, pubblicità, generici messaggi è dunque enorme. Eppure è normale nello stesso giornale o sito internet o programma televisivo trovare la notizia riguardante l'ultima scoperta scientifica e, poco più in là, l'oroscopo del giorno o l'ennesimo cibo miracoloso che allunga (o restringe!) la vita senza sacrifici.

Qualche giorno fa un breve appello suggeriva l'idea che i giornali si facessero carico di indicare i siti internet attendibili e quelli meno. Questo però presuppone un'autorevolezza e un rigore da parte di chi ospita le recensioni che è difficile riscontrare tra i giornali (o le televisioni) a più ampia diffusione.

Forse prima di farsi carico di vagliare, sistematicamente, la bontà di ciò che si può trovare in rete dovrebbero essere loro a fare una selezione e non ospitare più stregoni e cartomanti (e altre sciocchezze simili). Potrebbe essere la comunità scientifica, e in particolare i tanti che si occupano di divulgazione scientifica, a farsi carico di un appello in tal senso? non una richiesta di censura, ma una richiesta pressante di assunzione di responsabilità. Chiunque è libero di credere in ciò che vuole, di affidare la sua vita ad un ciarlatano, ma non è un dovere dei media quello di ospitare qualunque sciocchezza legittimandola con il semplice fatto di darle spazio.