giovedì 27 ottobre 2011

Pista ciclabile o piccola autostrada?



I miei viaggi sono sempre più disorganizzati e così mi sono imbattuto in una splendida pista ciclabile per puro caso: l'Alpe Adria. E' ancora in via di allestimento e non è un lavoro da poco.
L'Alpe Adria è costruita sfruttando in gran parte il tracciato dismesso della ferrovia Udine - Tarvisio (Pontebbana). Iniziativa lodevole e potrebbe sembrare impossibile trovare qualcosa che non va in un progetto del genere. Eppure, forse, si poteva fare qualche cosa di meglio e spendere meno. Forse si poteva evitare di asfaltare tutto il percorso con tanto di piazzole di sosta e segnaletica orizzontale. Questo rende sicuramente più agevole pedalare, ma rende un po' meno armonico con la natura l'uso della bici. E' vero ci si muove comunque lungo un percorso assolutamente artificiale, ma lasciare il tracciato in terra battuta avrebbe sicuramente ridotto l'impatto ambientale oltre che visivo. E l'illuminazione delle gallerie, seppur a basso consumo, era proprio necessaria? inoltre tutto il tracciato risulta più alto rispetto all'originario piano del ferro. Questo ha comportato un intervento di adattamento dei ponti, sia in ferro che in muratura, che forse si poteva evitare.

Per contro l'aver eliminato in maniera quasi totale qualunque traccia degli impianti ferroviari costituisce forse una perdita dal punto di vista di un'archeologia industriale che altrove si tende ormai a valorizzare. Si sarebbe potuto lasciare tracce della palificazione, del sistema di segnalamento o dell'arredamento delle stazioni creando un ulteriore motivo di attrazione per i tanti appassionati di ferrovie e non solo.


  



lunedì 24 ottobre 2011

Il paradosso della bicicletta

Mi è capitato recentemente di leggere in qualche blog della necessità di usare la bicicletta sia come personale contributo alla riduzione dell’inquinamento che come stimolo verso gli altri ad un uso più attento dell’auto.
Viene indicato il raggiungimento di una non ben definita “massa critica” come valido sistema per influire sulle abitudini della comunità.
Credo che sia necessario chiarire i termini del problema. E’ evidente che l’uso della bicicletta, anche da parte di un solo individuo, riduce l’uso di mezzi più inquinati. La bicicletta è quasi sicuramente il mezzo di trasporto con il maggior rapporto tra carico utile ed energia impiegata. La bicicletta riduce anche l’uso di risorse, spesso ignorate, come lo spazio urbano. Per contro chi usa la bici è forse più esposto all’inquinamento, prodotto da altri, anche in considerazione del maggior sforzo fisico a cui è sottoposto. E’ evidente poi come sia soggetto ad un maggior rischio di incidenti, sia come frequenza degli stessi che come gravità.
Il paradosso della bicicletta consiste nel fatto che un maggior numero di bici circolanti, in sostituzione di altrettante auto, libera spazio utile per l’uso di altri mezzi di trasporto generalmente più inquinanti. Si instaura così una sorta di sistema preda/predatore in cui un comportamento virtuoso (l’uso della bici) promuove un comportamento di segno opposto.
Ciò che realmente potrebbe fare la differenza è il cambio di mentalità di chi usa la bicicletta. La presa di coscienza che certi comportamenti  (come l’uso eccessivo dell’auto) sono lesivi per il bene comune dovrebbe indurre a chiedere a chi amministra la cosa pubblica di definire regole nuove che obblighino, queste si, ad assumere tutti comportamenti virtuosi.

domenica 16 ottobre 2011

Zappinazzu

Una breve passeggiata nel versante settentrionale dell'Etna. Ero sicuro che ci fosse un pino più grande di tutti (ovvio), non sapevo che avesse un nome: Zappinazzu.